Viaggio in Nepal e Bhutan/5 - Il Paese himalayano del Bhutan mi accoglie con la visita ad un piccolo ma glorioso tempio buddhista
È un insolito tempio costruito nel 1433 quello che mi trovo a
visitare nella valle di Paro, nel Bhutan occidentale, un tempio che sembra una
torre buddhista, un chorten. Fu
costruito da un noto personaggio della regione, tal Thangtong Gyalpo, santo
taumaturgo tibetano che era anche pontefice, ossia costruttori di ponti, in
ferro. Anche questa costruzione ha non poco metallo ferroso nei suoi muri, così
da ancorarsi al suolo, anche perché voleva significare l’ardua lotta contro un
demone locale, terribile e fiammeggiante. Ha tre livelli, che rappresentano
l’inferno, la Terra e il paradiso. Guarda un po’, anche per i buddhisti la
Terra è una sorta di limbo, o piuttosto di purgatorio.
L’interno è assai oscuro. Trovo un uomo, il custode, che
accetta di farmi entrare in cambio di un’offerta insignificante a Buddha. Poco
alla volta lo sguardo si assuefà alla scarsissima luce e scopre, brano dopo
brano, una Sistina buddhista, o piuttosto una cappella interamente affrescata
come quelle della Bucovina, una cappella nella cappella. Unica rappresentazione
è quella del Buddha nei suoi innumerevoli atteggiamenti e significati. Ecco
un’aureola rosa, ecco una veste verde, ecco un tocco di giallo nella cintura…
Poco alla volta emerge un universo di significati, di virtù, di gradini sulla
scala del nirvana da raggiungere
senza mai abbandonare la battaglia. Giro e rigiro, strettamente in senso
orario, e non posso non concludere che, in fondo, Buddha ha saputo cogliere
nell’animo umano la via dell’elevazione. Per gradi.
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