Viaggio in Nepal e Bhutan/9 - Nell'antica capitale del regno himalayano, uno dei più fantastici luoghi del Paese
Nel grande tempio all’interno dell’ancor più grande dzong di Punakha, un centinaio di monaci
di tutte le età sta recitando un ossessivo mantra sotto gli occhi del Buddha,
anzi, di tre Buddha. Ma anche dal Zhabdrung Ngawang Namgyal, che viene
considerato l’unificatore del Bhutan, il padre della patria in qualche sorta, e
che completò lo dzong, il
palazzo-tempio fortificato, nel 1637, installandovi la bellezza di 600 monaci.
Quelli di oggi hanno atteggiamenti assai diversi – c’è il giovanissimo, quasi
un bambino, che scherza col compagnetto accanto a lui, l’adolescente che pare
stia sollevando il mondo, il lama che sembra stia solo a contare le offerte dei
fedeli –, ma tutti danno l’impressione di una grande fierezza, quella di far
parte del piccolo-grande Bhutan himalayano.
Maestoso è questo dzong
di Punakha, detto anche “Palazzo della grande felicità”. Non a caso Punakha è
stata la prima capitale del Regno del Bhutan, nel 1907, proprio per la
ricchissima storia che l’ha contrassegnata sin dalla fondazione. Qui a Punakha
s’è fatto il Bhutan e forse si continua a farlo, più che nella nuova capitale
Thimphu. Lo dzong si erge in
posizione straordinaria, alla confluenza dei due fiumi della regione, il Mo
Chhu e il Pho Chhu, che danno poi vita al Punak Tsang Chhu. I suoi muri
straordinariamente alti e spessi (perimetro di 180 metri su 72), le sue
decorazioni lignee preziose e raffinate, i suoi sapienti spazi, il suo primo
cotile ombreggiato da un secolare albero di fichi, le sue scalinate d’accesso
quasi verticale ai ballatoi finemente decorati, dai pavimenti giallini… Qui il
Bhutan si esprime nella sua grandiosa bellezza tradizionale…
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