Viaggio in Tanzania e Kenya/1 - Dar es Salaam è come uno specchio della natura benevola e conciliante dei suoi abitanti. Nonostante la vivacità indiscutibile...
Il luogo che più mi prende nel cuore e negli occhi è guarda caso il mercato. Si estende per una ventina di isolati, con le strade che fungono da corridoi del mercato a cielo aperto e da luoghi di trasporto, da banchi per le contrattazioni (obbligatorie!) e da deposito provvisorio delle mercanzie. È facile immaginare il caos del traffico che pur tuttavia alla fine trova sempre una soluzione alle situazioni più ingarbugliate. Tocca stare in campana, come in ogni mercato del mondo d'altronde, ma alla fine debbo dire che il clima generale del mercato è tranquillo e quasi sereno, o perlomeno non preoccupante come in altri Paesi.
Straordinario è il mercato della frutta e verdura, un trionfo dei cinque sensi, soprattutto direi dell'odorato, per le profumazioni straordinarie della frutta locale. Anche se a competere con gli odori ci sono i colori, infiammati nella produzione agricola così come nelle vesti delle donne, mentre gli abiti maschili sono il più delle volte tristi e scontati. Osservo a lungo le contrattazioni che seguono rituali precisi – più resisti, più i prezzi si abbassano –, ma con un ampio spazio lasciato all'inventiva, e talvolta anche alla genialità, dei singoli.
Compro una bottiglietta d'acqua pagando pochi centesimi con un biglietto abbondante. Il giovane che mi ha venduto la bibita scompare, penso per godersi il "di più" che gli ho lasciato. E invece torna un paio di minuti più tardi con il resto al centesimo. Ha un sorriso che dice grandezza d'animo e onestà. In lui oso riassumere la bellezza di Dar es Salaam, che è bella non nelle sue pietre ma nella sua gente.
Mi fa ridere poco più tardi – o piuttosto piangere – passare dinanzi al vicino New Africa Hotel, l'albergo più esclusivo di Dar es Salaam, dove un caffè costa la bellezza di 10 mila scellini, cifra con la quale una famiglia mangia per un'intera settimana.
Il luogo che più mi prende nel cuore e negli occhi è guarda caso il mercato. Si estende per una ventina di isolati, con le strade che fungono da corridoi del mercato a cielo aperto e da luoghi di trasporto, da banchi per le contrattazioni (obbligatorie!) e da deposito provvisorio delle mercanzie. È facile immaginare il caos del traffico che pur tuttavia alla fine trova sempre una soluzione alle situazioni più ingarbugliate. Tocca stare in campana, come in ogni mercato del mondo d'altronde, ma alla fine debbo dire che il clima generale del mercato è tranquillo e quasi sereno, o perlomeno non preoccupante come in altri Paesi.
Straordinario è il mercato della frutta e verdura, un trionfo dei cinque sensi, soprattutto direi dell'odorato, per le profumazioni straordinarie della frutta locale. Anche se a competere con gli odori ci sono i colori, infiammati nella produzione agricola così come nelle vesti delle donne, mentre gli abiti maschili sono il più delle volte tristi e scontati. Osservo a lungo le contrattazioni che seguono rituali precisi – più resisti, più i prezzi si abbassano –, ma con un ampio spazio lasciato all'inventiva, e talvolta anche alla genialità, dei singoli.
Compro una bottiglietta d'acqua pagando pochi centesimi con un biglietto abbondante. Il giovane che mi ha venduto la bibita scompare, penso per godersi il "di più" che gli ho lasciato. E invece torna un paio di minuti più tardi con il resto al centesimo. Ha un sorriso che dice grandezza d'animo e onestà. In lui oso riassumere la bellezza di Dar es Salaam, che è bella non nelle sue pietre ma nella sua gente.
Mi fa ridere poco più tardi – o piuttosto piangere – passare dinanzi al vicino New Africa Hotel, l'albergo più esclusivo di Dar es Salaam, dove un caffè costa la bellezza di 10 mila scellini, cifra con la quale una famiglia mangia per un'intera settimana.
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