Flores di mattina. La calma tropicale più totale. Le acque del lago – non molto limpide, a dire il vero – s’increspano appena, così da apparire una pelle rugosa, quasi vellutata. Fa già caldo, c’è pochissima gente in giro e quella che c’è pare persa nei suoi pensieri, o nelle sue miserie. Qualche barchetta solca le acque del lago, mira a qualche meta oltre lo specchio d’acqua. Le architetture di Flores sono alquanto improbabili; non appaiono infatti coloniali, salvo la chiesa e qualche altro edificio della piazza centrale, e non sono neppure architetture dettate dai professionisti. Sono forme popolari, coloratissime, irrazionalmente colorate ed edificate. Ma in questa follia estetica si colgono forme e citazioni delle antiche civiltà maya che qui, nel Petén-Yucatán avevano il loro centro spirituale e amministrativo.
E Flores quando la calma del giorno scema, quando i moli di legno s’affollano di ragazzini felici e bagnanti coi loro fantasmagorici tuffi, quando si cercano gli ultimi clienti per un giro in barca sul lago, quando si tirano fuori le moto per farsi vedere, quando la polizia scorrazza con i suoi pick-up brandendo armi minacciose, quando le ragazze tirano fuori i vestitini corti, quando le bionde turiste norvegesi, svedesi o danesi osano scoprire la pelle immacolata. Quando i colori esplodono.
E allora mi accorgo che esplodono perché da queste parti s’associano i colori in modo assolutamente non convenzionale, si direbbe anarchico, o kitsch. Ma il risultato è fantasmagorico come i tuffi dei monelli indigeni. Che ne dite? Verde pisello, verde abete, arancio e viola? Oppure azzurro turchese, arancio pallido bianco e verde smeraldo? O ancora, rosa, viola e azzurro carta da zucchero? Verde smeraldo, azzurro e beige? Giallo canarino, grigio scuro, rosa e marrone? Giallo sole e rosso mattone, e verde pisello? Rosa, arancio e verde acqua? Blu di Prussia, salmone e giallo canarino? La scala del Pantone si relativizza, mentre una filiforme cinquantenne indigena s’accende un sigarillo osservando le luci del tramonto: rosso sangue, rosso carminio, rosso scarlatto, arancio, giallo, verde, azzurro, terra di Siena, salmone, cobalto… I floresiani, o come si chiamano non lo so, non hanno fatto altro che imitare l’Eterno Pittore di Tramonti. Cosa volete che abbiano fatto di male? Hanno imitato Iddio stesso, che il Guatemala lo ama non poco. Ne ho la certezza matematica dopo aver visitato Flores.
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