Nella bassa parmense che degrada vero il Po, ricordi d'adolescente.
Mio nonno Pierino, agrimensore stimato e coraggioso, ha il suo studio all’ingresso del Palazzo ducale di Colorno: la “rocca di Colorno” fu costruita nel 1337 da Azzo da Correggio con lo scopo di difendere l'Oltrepò. Appartenne alle famiglie dei Correggio e dei Terzi e fra il XVI e il XVII secolo fu ristrutturata da Barbara Sanseverino che la trasformò in un palazzo e ne fece la sede di una raffinata corte e di una prestigiosa raccolta di dipinti di Tiziano, Correggio, Mantegna e Raffaello. Passò nel 1612 ai Farnese. Nel 1731 il ducato passò aCarlo III di Borbone, che trasferì a Napoli le collezioni e gli arredi del palazzo. Alla morte di Ferdinando il Ducato di Parma venne annesso alla Francia: il 28 novembre 1807 un decreto di Napoleone lo dichiarò “Palazzo imperiale”. Dopo l'Unità d'Italia il palazzo venne ceduto dai Savoia al Demanio dello Stato italiano, e nel1870 venne acquistato dalla provincia di Parma.
Ho modo di visitarlo solo nel giorno in cui il nonno, ormai
anziano, lascia quell’amato locale, sistemando sul carro dello spesato,
trascinato da un trattore Fiat che all’epoca era un vanto della fattoria, i
faldoni di sammartini, sli strumenti delle misurazioni agruicole e persino un
busto di marmo d’un antico professionista della terra. Ne approfitto per spaziare
nel grande cortile del palazzo, correndo su uno scomodissimo acciottolato o
sulla ghiaia dei vialetti, in percorsi che paiono più adatti agli equini che
agli umani. Ma proseguo fino a scrogere affreschi straordinari attraverso porte
socchiuse e inferriate che segmentano le pitture. Salgo le scalinate lunghe,
una prima rampa e poi una seconda, simmetriche, finché un guardiano mi scaccia
in malo modo. E allora il nonno mi richiama all’ordine, per aiutare il
contadino a caricare il carretto di suppellettili dell’agrimensore. E la fatica
del ragazzino che io sono mi pare una compartecipazione alla fatica di coloro
che costruirono quella bellezza che è il Palazzo ducale, anzi la Reggia ducale.
Ma di reale mi sembra solo il panino col culatello che il nonno ci offre come
compenso per il trasloco!
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