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Gaeta, la luce spaccata
Visita alla cittadina del Sud del Lazio che vive di pesca, di militari e di turismo. Ma anche del santuario sulla pietra.
C’è un luogo a Gaeta, nel sud del Lazio (forse laziale per
caso, perché Napoli pare assai più presente di Roma), che sembra simboleggiare
un’intera città. È la “montagna spaccata”, ora sede di un santuario dedicato
nientemeno che alla Trinità. Fu edificato nell’XI secolo su una fenditura nella
roccia che scende alla Grotta del Turco, creatasi, secondo la leggenda,
al tempo della morte di Cristo, quando si squarciò il velo del tempio di
Gerusalemme. Lungo la scalinata che porta nelle viscere della montagna, lungo
la stretta spaccatura di roccia, è possibile notare sulla destra un distico
latino con a fianco la cosiddetta “mano del turco”, cioè la forma di cinque
dita, che secondo la leggenda si sarebbe formata nel momento in cui un
“miscredente”, un marinaio turco che non credeva alla storia raccontatagli
sulla causa della spaccatura nella roccia, si era appoggiato alla roccia che
miracolosamente era diventata morbida sotto la sua pressione, trattenendo
l'impronta della sua mano. Nel 1434, dall'alto dei due costoni di roccia si staccò
un macigno che andò ad incastrarsi tra le pareti della fenditura. Su di esso
venne realizzata una piccola cappella dedicata al Crocifisso, dall'interno
della quale si può ammirare lo strapiombo su cui è situata. Ma, prima di
addentrarsi nella sua evocatività, è bene immergersi nella cittadina, passare
da uno specchio all’altro, bagnarsi sulla bella spiaggia di Serapo, fare una
passeggiata sui moli del porto, occupato dalle imbarcazioni della marina
militare statunitense, sorbire un caffè nel Lungomare Caboto, degustare una
succulenta e direi preziosa tiella al polipo (e poi una seconda alle erbe con
uva passa). Solo più tardi la salita al Santuario della Santissima Trinità può
creare i collegamenti mentali necessari per capire il luogo: perché a Gaeta tutto
è spaccato. Ma per lasciare filtrare la luce, la stupenda luce che ferisce le
pupille per la sua intensità, ma che riscalda il cuore con la sua grazia.
1 commento:
Un momento di poesia...grazie.
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