Martinica, un orto botanico che risveglia ricordi d'arte
Nella lunga tournée
caraibica ho potuto visitare tre o quattro giardini botanici, in particolare a
Dominica e a St Lucia. Spettacoli straordinari di una natura semplicemente
troppo esuberante per essere piegata al volere paesaggistico
dell’architetto-botanico di turno; quindi giardini che “trattengono” l’eccesso
della natura per renderne possibile una più profonda comprensione e
ammirazione. Non è con eccessivo entusiasmo che mi appresto quindi a visitare
il “carissimo” (15 euro) Jardin de Balata, nel cuore della Martinica, più che
pubblicizzato in ogni dépliant turistico. M’aspetto quindi qualcosa “di
plastica”, a uso e consumo dei turisti di crociera, o qualcosa di simile. E mi
devo ricredere.
Sin dalla prima immagine che ammiro protetto dalla tettoia del
centro informativo: una dozzina di colibrì che becchettano in una minuscola
mangiatoia. Ho l’impressione che il luogo sia abitato dalla grazia. Piove, poco
male, non c’è quasi nessuno e le foglie rilucono d’umidità. Giro lo sguardo e
mi trovo un ciuffo di palme perfettamente potate e pettinate che paiono una
miniatura ottomana. Un altro sguardo e trovo un bosco di ibiscus assolutamente
simile a un dipinto di Monet. Ancora qualche passo e le bromeliacee che
spuntano dai propri stessi tronchi, rosse gialle verdi, danno il senso dei
giorni della creazione, quasi un dipinto di Klimt. Perdo mezz’ora a fotografare
i palmizi che mi rimandano alla perfezione dei paesaggi di un Giorgione,
oppure, perché no, alle copertine degli album degli Yes, quelli di Roger Dean.
I bambù di tutte le taglie invitano all’elasticità ma nella esattezza estetica
di un Piero della Francesca, nientemeno, persino le prospettive vengono
ingannate dalla bellezza.
Mi dedico persino a una passeggiata sugli alberi, percorrendo
passerelle mobili e ondeggianti che danno paura ed entusiasmo nel contempo, ed
ho l’impressione di tuffarmi in quadri e visioni di un Corot e di un Tintoretto
congiunti! Follie mentali, ma certamente frutto della grande vena artistica di
colui che ha dato origine a questi giardini perfetti, Jean-Philippe Thoze, che
si definiva un coloriste de la nature,
un compositeur botanique! Meno male
che s’è dato da fare, a Balata.
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