Viaggio a Creta/2
Una città veneziana, ma non solo;
cretese, ma non solo;
ottomana, ma non solo.
Forse appena un po' universale.
Passeggiare per borghi sconosciuti.
Cogliere i
dettagli che svelano.
Osservare con
misericordia la miseria.
Osservare con
distacco la ricchezza.
Trovare
ricorrenze storiche e artistiche.
Ascoltare i
rumori della gente e dell’aria.
Sfiorare le
pietre per carpirne i segreti.
Annusare
fiori, frutta e piante, per respirare.
Baciare la
memoria dei vivi e dei morti.
Sollevare la
mano raggrinzita del tempo.
Stringere la
mano vigorosa dello spazio.
Indovinare
l’origine di una musica.
Assaggiare un
brano di storia culinaria.
Sbirciare
attraverso imposte rabberciate.
Ammirare
edifici che cadono in rovina.
Sorbire un ouzo nella frescura.
Contare le
luci sulla baia.
Scorrere con
lo sguardo il faro veneziano.
Passeggiare e
perdersi nelle viuzze.
Salire i
gradini della fortezza imponente.
Scendere i
gradini della debolezza umana.
Abbandonarsi
sui cuscini d’un caffè sul porto.
Disegnare i
reticoli delle pietre del molo.
Farsi sfiorare
dalle onde sulla sabbia.
Farsi cullare
dalla bonaccia sulla sabbia.
Gustare
agnello al pomodoro della nonna.
Contrattare il
prezzo d’una tovaglia.
Sorbire un
succo di pesca al porto veneziano.
Giocare coi
monelli nella New Old Town Square.
Cogliere nelle
architetture quel che è turco.
Rintracciare
le tracce lasciate dei romani.
Sopportare il kitsch del turismo.
Seguire le
luci tremolanti nelle scie d’acqua.
Amare Réthimno.
Distaccarsi
da Réthimno.
Nessun commento:
Posta un commento