Bassa Val Badia/7 - La prerogativa prima della valle altoatesina è forse la presenza dei prati
Di sorprese la Bassa Badia ne
riserva non poche per chi ha la pazienda di coglierle e raccoglierle. Come la
strada provinciale che in cinque chilometri collega Rina con Antermoia, cioè
uno dei più antichi insediamenti della valle e uno dei più recenti: la storia
del passato e il turismo del presente. Scrivo al chilometro 1, di ritorno dalla
dolce ma lunga scarpinata, seduto su una panchina custodita da uno dei tanti
crocifissi della zona, in legno ovviamente, protetto da un tettuccio spiovente.
Dinanzi a me si estende la valle fino al paese di San Martino, elegantissimo
borgo dominato dal massiccio e nel contempo aereo castello che ospita il museo
della ladinità. Sopra tutto, il Sas dla Crus gioca a nascondino con le nuvole.
E boschi e boschi e boschi a dismisura, scuri, qua e là interrotti nella loro
muschiosa bellezza da squarci di quel verde prato che non può essere definito
altrimenti che “verde Badia, così delizioso come il manto di una dea che cerca
di sedurre gli umani. Da qui si può capire l’essenza della Val Badia, anzi la
quintessenza, riconosciuta persino dall’Unesco nella sua lunga lista dei siti
protetti dell’umanità. Perché la valle è da proteggere, l’uomo non sarebbe più
lo stesso senza questa meraviglia. L’uomo ladino, ovviamente, ma anche ogni
altoatesino, ogni trentino, l’italiano, l’europeo. L’uomo.
La strada si snoda in costa come un
nastro pacifico, mimetico al rilievo e alla sua uniforme varietà. Pare il
gradino principale di quella maestosa scalinata che sono i suoi prati e i suoi
boschi. Gli altri gradini, spesso e volentieri in diagonale, sono gli altri
sentieri tracciati dai valligiani nel corso dei secoli. E per questo
artificiali-quasi-naturali, ormai un tutt’uno con l’ambiente. La Bassa Val
Badia è un modello da imitare per capire quale può e quale deve essere
l’intervento dell’uomo nell’ambiente naturale. Rispettoso e pacifico,
essenziale e utile.
(In due ore di camminata conto la
bellezza di sette auto che passano sulla strada provinciale, cioè una ogni 18
minuti. Sopprtabile presenza umana. Ne noto inoltre un’altra, due contadini che
tagliano il fieno con la falce. Mi chiedo come facciano a non ruzzolare a valle
per la spaventosa pendenza dei prati).
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