giovedì 16 gennaio 2014

Jardin de Balata, l’euforia della natura



Martinica, un orto botanico che risveglia ricordi d'arte

Nella lunga tournée caraibica ho potuto visitare tre o quattro giardini botanici, in particolare a Dominica e a St Lucia. Spettacoli straordinari di una natura semplicemente troppo esuberante per essere piegata al volere paesaggistico dell’architetto-botanico di turno; quindi giardini che “trattengono” l’eccesso della natura per renderne possibile una più profonda comprensione e ammirazione. Non è con eccessivo entusiasmo che mi appresto quindi a visitare il “carissimo” (15 euro) Jardin de Balata, nel cuore della Martinica, più che pubblicizzato in ogni dépliant turistico. M’aspetto quindi qualcosa “di plastica”, a uso e consumo dei turisti di crociera, o qualcosa di simile. E mi devo ricredere.
Sin dalla prima immagine che ammiro protetto dalla tettoia del centro informativo: una dozzina di colibrì che becchettano in una minuscola mangiatoia. Ho l’impressione che il luogo sia abitato dalla grazia. Piove, poco male, non c’è quasi nessuno e le foglie rilucono d’umidità. Giro lo sguardo e mi trovo un ciuffo di palme perfettamente potate e pettinate che paiono una miniatura ottomana. Un altro sguardo e trovo un bosco di ibiscus assolutamente simile a un dipinto di Monet. Ancora qualche passo e le bromeliacee che spuntano dai propri stessi tronchi, rosse gialle verdi, danno il senso dei giorni della creazione, quasi un dipinto di Klimt. Perdo mezz’ora a fotografare i palmizi che mi rimandano alla perfezione dei paesaggi di un Giorgione, oppure, perché no, alle copertine degli album degli Yes, quelli di Roger Dean. I bambù di tutte le taglie invitano all’elasticità ma nella esattezza estetica di un Piero della Francesca, nientemeno, persino le prospettive vengono ingannate dalla bellezza.
Mi dedico persino a una passeggiata sugli alberi, percorrendo passerelle mobili e ondeggianti che danno paura ed entusiasmo nel contempo, ed ho l’impressione di tuffarmi in quadri e visioni di un Corot e di un Tintoretto congiunti! Follie mentali, ma certamente frutto della grande vena artistica di colui che ha dato origine a questi giardini perfetti, Jean-Philippe Thoze, che si definiva un coloriste de la nature, un compositeur botanique! Meno male che s’è dato da fare, a Balata.

Nessun commento: