mercoledì 12 febbraio 2014

Pearls Airport, archeologia aerea cubana



Grenada, Isole Sopravento, Caraibi, una testimonianza del golpe e dell'invasione Usa del 1983.

Il primo aeroporto della storia dell’isola di Grenada si trovava sulla costa orientale atlantica, in una sottile striscia di terra che s’incuneava dal mare lungo una valle accompagnata a Nord e a Sud da pericolose e ripide colline. Doveva essere una sorta di suicidio atterrare da queste parti, in ogni caso con velivoli di ridotte dimensioni. Negli anni Novanta, quindi, risistemate le faccende politiche e sociali dopo il golpe Usa del 1983 e l’invasione dell’isola, venne costruita una nuova pista nella penisola più meridionale e più occidentale dell’isola caraibica, sbancando scogli e colline. E' l’aeroporto dedicato a quel Maurice Bishop che fu ammazzato da presidente filocubano ma anche aperto al libero mercato. Troppo ingombrante sia per Usa che per Urss!
Arrivo con una certa "archeologica" attesa, perché ho letto che al bordo della pista, o di quel che ne resta, due aerei cubani giacciono come monumenti alla possibile rivoluzione grenadina. Assisto a uno spettacolo che sarebbe piaciuto a Gandhi, ma forse anche a Kennedy e Kruschev, tutti coloro che avrebbero voluto sbarazzarsi delle guerre. Attorno, dentro e sopra i due velivoli pascolano capre, pecore, mucche e tori, conferendo alle foto che scatto un non so che di postmoderno e di iperrealista. Sulla pista, peraltro ancora in stato non disastroso, anche se qualcuno ha cominciato a riciclare il suommanto d’asfalto, dei ragazzini giocano a cricket, mentre un giovane uomo cerca di spiegarmi perché Maurice Bishop fosse un vero eroe nazionale.
Il resto non è altro che distruzione delle infrastrutture aeroportuali e costruzione parallela di cottage di legno sul bordo della pista, ritengo senza alcun permesso di costruzione, ma che importa. Mentre in qualche tratto della pista è stato organizzato un circuito per kart…

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