venerdì 4 settembre 2015

Mathari, tra il campo di golf e la città

Viaggio in Tanzania e Kenya/8 (ultima puntata) - Mathari, un'altra bidonville. I contrasti di Nairobi che diventano quasi naturali.
 
Il secondo slum di Nairobi prende il nome di Mathari. Non raggiunge il milione di abitanti, ma poco ci manca. Vi accedo con la mia accompagnatrice, Mada, attraverso un paradossale viale attorno al quale si aprono i club esclusivi dell'esercito, della Microsoft, della marina, delle multinazionali. C'è persino un campo da golf. Lasciata la macchina, ci dirigiamo verso la fine dell'impasse, che pare morire sul gabbiotto dei vigilantes dell'ennesimo club con prati all'inglese (una vera mania qui tra i ricchi di Nairobi, memori della colonizzazione d'Oltremanica). Ed è quando ormai mi chiedo che cosa ci stiamo lì a fare che sulla sinistra, tra un muro di cinta e una robusta rete di recinzione si allunga un fangoso sentiero lungo circa 300 metri. 

Mada avanza con le stampelle (ha una piede fratturato) come se nulla fosse. Poi una curva ad angolo retto e, ai piedi   di uan scarpata di una settantina di metri d'altezza, ecco un quartiere fitto, sembra che uno spillo di troppo farebbe esplodere tutto l'abitato. Si osservano zone più "residenziali" (si fa per dire, si tratta di casette in muratura, semplicemente, in una di quest abita la famiglia di Mada) ed altre invece assolutamente precarie: lamiera, cartooni, teloni di plastica e chissà cosa d'altro. Questa è Mathari, da cui la gente fatica ad andarsene, perché preferisce il poco ceryo che ha al di più incerto che non ha.

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