mercoledì 19 giugno 2013

Pesaro, o delle due fontane


Passato, presente e futuro in una città vivibile e positiva sulla costa marchigiana.

Pesaro non appare da subito di una bellezza artistica e architettonica particolare, provenendo come mi capita quest’oggi da luoghi straordinari come possono essere Urbino o il castello di Gradara, quello reso celebre da Paola e Francesco. Eppure Pesaro ha una sua dignità, una sua pulizia, una sua giustezza che da subito conquistano il viandante. Arrivo che piove, la gente si rifugia sotto i portici, passando radente alle case medievali, cercando l'ombrello del vicino se non ce l'ha. Sbuco in Piazza del popolo, sulla quale s’affaccia un Palazzo Ducale che tradisce la sua antica gloria, che va dal XIV al XV secolo. In Palazzo Ducale fa bella mostra di sé una fontana marmorea decorata con cavallucci ed altri esserini. L'acqua sgorga, si mescola alla pioggia e crea una cortina di goccioline sospese nell'aria che sembrano conferire al Palazzo Ducale un che di fatato, di fiabesco. La gente si accalca sotto i portici, beve lo spritz al bar, cerca di incontrare gli amici. 

È domenica, la gente passeggia, soprattutto nella lunga via, dedicata a Gioachino Rossini che qui nacque, strada che collega la Piazza del popolo al mare, al litorale di Piazza della libertà. Percorro il viale fino a che giungo a un'altra fontana, invece moderna, contemporanea, che consiste in uno dei grossi globi di Arnaldo Pomodoro, il grande artista marchigiano conosciuto in tutta Italia e anche oltre. È l’autore di quei mondi dorati e dentati, squarciati e nello stesso tempo integri nella loro forma, che ornano molte piazze italiane. Il mare comincia già ai piedi del globo, visto che la fontana e orizzontale, non ha getti ma solo un leggero fluire dell'acqua su una leggerissima pendenza. E mi rendo conto che la città di Pesaro vive tra passato e futuro, tra la fontana medievale e la fontana contemporanea sul mare. Mi chiedo dove stia il presente, e lo trovo proprio nella via che collega le due fontane, quello struscio, quella vasca dove uomini e donne di Pesaro, soprattutto i più giovani, cercano di socializzare, di combinare affari, di immaginare divertimenti e, se succede, anche di combinare matrimoni. La città rimarrà per me un simbolo del tempo, passato-presente-futuro.


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