giovedì 3 novembre 2011

Cinqueterre, toccare il mare con un dito


Omaggio a una terra che soffre. Note scritte nell'agosto 2011.

Toccare il mare con un dito e tuffarsi nel cielo disegnando curve e controcurve. Uan sottile scriscia di mare, un’ampia distesa di cielo. Confini sfumati. Insenature come cura, pendii come promesse, vegetazione come manto di clorofilla. La brezza disegna sollievo come un dondolio di onde. Gli abitati pariono ciuffi di convivenza e convivialità. I carrugi prolungano i tinelli domestici. La fontanella accanto alla chiesetta dispensa acqua e spirito. Una coppia mi offre un bicchierino di ciacchetà, e sincerità amorevole. Scale interminabili come protezione e come liberazione. Santuari, lassù, sul rilievo, delle cose e delle anime. Tormenti appacificati di sudore. Il pesce: anche la tenerezza è saporita d’erbe mediterranee. Cinque terre, cinque dita, cinque sensi. Da lì a là, non di più. La qualità è limitata.

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