lunedì 16 luglio 2012

Ciornadù, i colori cangianti


Bassa Val Badia/6 - Sopra l'abitato di La Valle, le vicende meteorologiche hanno forti conseguenze cromatiche.

In Val Badia negli anni scorsi s’è scatenata una furiosa battaglia (verbale s’intende) attorno ai confini della Bassa e dell’Alta Badia. Verrebbe da classificare la faccenda tra le questioni oziose, se non fosse che il label Alta Badia pare porti non pochi quattrini nelle casse dei comuni, e quindi degli abitanti. E poco importa se talvolta Corvara e Pedraces, San Cassiano e La Villa nell’alta stagione paiano piuttosto delle città percorse da Suv e arlecchini all’ultima moda che un delizioso luogo di montagna. Preferisco la montagna preservata dai difetti e dalle angherie della gente di città. Sia come sia, La Valle è entrata nella diatriba, per capire se era parte o meno dell’Alta Badia. Vinse la battaglia, e ora può fregiarsi del marchio tanto ambito.
Ma io la preferisco ancora classificare nella Bassa Val Badia, più umana, più verde, più semplice e autentica. Ora, proprio sopra La Valle, s’apre una delle più stupefacenti coste dell’intera Badia. Quella che porta fino al Parco naturale Fanes-Senes-Braies, attraverso la Val de Fanes. Sulla scoscesa fiancata esposta a meridione della valle s’incontrano villaggi dai nomi fantasmagorici: Rü, Lonz, Tolpei, Freines, Funtanela… Si ammira una deliziosa chiesetta alpina dedicata a Santa Barbara, Berbura per i ladini, e la vecchia pieve di Dlijia Vedla, di cui rimane solo il glorioso campanile: la chiesa infatti fu distrutta da una rivolta dei locali contro la potentissima Badessa del convento di Ciastel Badia che spadroneggiava come una feudataria sulla regione.
Arrivati quasi alla fine della scoscesa costa, un albergo ospita i viandanti, o per meglio dire i marciatori, con un nome straordinario nella sua sonorità: Ciornadù. La sapiente gestione ha preparato un ristorante che è una stupenda terrazza sulla valle, giù giù fino al Sas Putia, con arredi rustici su un prato curatissimo, mentre una fontanella rallegra l’ambiente. La steccionata pare un’opera d’arte, composta com’è da listelli di legno appuntiti tutti diversi, seppur simili. Dalla terrazza s’ammirano i colori della valle: oggi piove a tratti, mentre squarci di sole d’improvviso cambiano la conformazione stessa della valle, allorché prati oscurati dalle nubi s’accendono d’un verde soprannaturale che pare illuminare il cielo stesso.
Mentre si gustano i buoni piatti della cucina ladina – uova e speck e patate, un’associazione deliziosa –, le pendici del Sas dla Crusc cambiano colore ogni due minuti, o tre, passando dal viola al rosa, al giallo, al grigio, al verde addirittura. Mentre le lontane Odle si divertono a tracciare silhouette impareggiabili sul controluce delle ondate di pioggia. Finché la discesa a valle per la pioggia diventata insistente scivola nel tesoro della gente di queste parti: i prati, impareggiabili prati della Bassa Val Badia. O Alta?

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