E' un missionario comboniano, e nel contempo è un grande giornalista, uno di quelli che sanno avere intuizioni rivoluzionarie. Sua è l'idea, in effetti, della "Misna", agenzia missionaria che ha saputo coniugare la severa professionalità dei giornalisti del desk con la partecipata capillarità della rete missionaria nel Sud del mondo. Giulio Albanese ora è editorialista per "Avvenire" e notista per "Il Messaggero di Sant'Antonio", oltre ad essere direttore delle riviste delel Pontificie Opere Missionarie. E proprio le sue brevi e "innocue" note sulla rivista di Padova sono state raccolte in questo libro che parrebbe un innocente discorrere su media, sviluppo e sottosviluppo, sfruttamento, globalizzazione. In realtà dietro le pennellate tracciate da albanese c'è una solidissima visione dell'ingiustizia che regola attualemnte le relazioni internazionali. In particolare Albanese stigmatizza lo sfruttamento d'un continente, come quello africano, che non è certo povero ma impoverito. Ma non c'è solo denuncia nel libro del missionario comboniano: c'è anche la ferma certezza che ogni atto compiuto da ogni uomo può contribuire alla "umanizzazione" della globalizzazione, e quindi all'avvicinamento a una qualche giustizia. Ma bisogna andare "oltre la notizia" per capire questa semplice, elementare e decisiva verità. Leggete queste pagine, e vi troverete dapprima più arrabbiati per la realtà dei fatti, poi più coscienti della stessa realtà, infine più desiderosi di cambiarla.
Giulio Albanese, "Ma io che c'entro? Il bene comune in tempo di crisi", Edizioni Messaggero Padova 2009, euro10,00
Giulio Albanese, "Ma io che c'entro? Il bene comune in tempo di crisi", Edizioni Messaggero Padova 2009, euro10,00
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