Il mare e i laghi, i boschi e le architetture avveniristiche. La terra finnica ti regala quiete e speranza.
Atterraggio frettoloso L’arrivo con l’aereo in Finlandia è di quelli che non si possono non ricordare. Perché, dopo aver sorvolato le coste delle tre sorelle baltiche – Estonia, Lettonia, Lituania, anzi, nell’ordine contrario –, la discesa verso Helsinki pare un tuffo in un mare che non è mare, ma acqua che ha stretto un trattato di pace con la terra per spartirsi equamente le superfici disponibili, lasciando tuttavia alla follia d’un geografo celeste il compito di distribuire i territori all’uno e all’altra. Cosicché la giustezza delle ripartizioni appare dall’alto un disegno armonico, verdi promontori e azzurre baie che s’inseguono e s’apprezzano, che lottano e si riconciliano. Che si amano alla follia, appunto. E perciò vorrei non atterrare più, e sorvolare tutta la Finlandia da sud a nord, da ovest ad est, a bassa quota, sfiorando le cime degli abeti, dei larici e delle betulle prima di sbucare sopra le acque blu che più blu non si può d’un lago, d’uno stagno, d’un mare racchiusi in scrigni verdi.Il pilota ha invece fretta d’atterrare; siamo in ritardo e i finlandesi non amano certo esserlo, anche se ovviamente la colpa ricade sugli aeroporti romani, non certo sulla Finnair! Ha fretta d’atterrare, e lo dimostra con un’operazione di landing assai poco tranquilla. Più ci si avvicina alla terra, più i dettagli dell’abitato tradiscono la perfezione che qui gli uomini, imitando quella della natura, vogliono realizzare con le loro mani. Ma debbono fare i conti con la follia dell’irraggiungibile geografo celeste; e così la perfezione geometrica di architetti e urbanisti deve sposare le forme di isolotti, baie e rive, cosicché m’immagino atterrare in un mondo dove perfezione e imperfezione si sposano infine. Mi viene alla mente un nome, uno solo: Alvar Aalto, primo in tutte le liste della gente famosa, del Who’s who, per via certo delle due a del cognome, ma soprattutto per la sua folle genialità che lo ha portato a mettere assieme quello che non si potrebbe mai mettere assieme. L’acqua e la terra (con la mediazione del cielo delle aurore boreali). Con risultati sorprendenti.

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